Maneglia da Buduar83
#412457 / vista 1782 vecesDa Buduar83 - “PICCOLA POSTA” di Enzo Tortora / Illustrazione di Maneglia
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PICCOLA POSTA
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«È tornata, in Italia, la Pietà? »
(Michelangelo).
La Sua «Pietà» l'anno scorso. Ma è l'altra, che mi preoccupa.
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«Le piace, l'attuale moda femminile?»
(Maja Desnuda).
Tanto. Si notano, in particolare, stupendi seni. Dev'essere accaduto qualcosa ai reggipetti.
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«La scrittrice Elsa Morante, in una vibrata lettera ai giornali, prende le difese di quei capelloni o zazzeruti beatniks dei quali si parla tanto in questi giorni. La signora Morante sostiene che anch'io, dopotutto, posso essere considerato un capellone. Ho letto bene?»
(Giuseppe Garibaldi - Caprera).
Generale: capisco la sua amarezza. Ma ha letto bene. Dai Padre della Patria, eccola ridotta nonno dei Beatles. Tuttavia mi segua, la prego, in questa garrula ipotesi.
È un mattino del 1967. Lei, abbigliato come da libro di testo
ministeriale (criniera leonina, superbarba, coperta a scacchi sulle spalle) è dall'alba, intirizzito, all'ingresso dell'autostrada
Genova-Quarto. Tenta l'autostop, servendosi di un vistoso cartello bilingue: «Marsala, please!». Ma le ore passano, inutili.
Sfreccia, targato Torino (è una Fiat, ovviamente) il conte Camillo di Cavour: fila a centotrenta, neppure la degna d'uno sguardo. Parliamoci chiaro, generale: in quell'arnese, non la carica nessuno. Lei si morde le dita. Alle venti e trenta, infatti, il Telegiornale annuncia -
seccamente - che la Sicilia rimane ai Borboni. Fine dell'ipotesi.
Ho paura, generale, che la signora Morante non sia lontana dal vero. Se lei tornasse, oggi come oggi, vedrebbe offrirsi, più che un Comando di Divisione, un contratto da sassofonista in un locale da jazz freddo. Dove la signora Morante invece esagera è nel dubbio - e tenta di insinuarlo - che sotto ogni Vesuvio di pelo brontoli il sacro fuoco del genio. D'accordo: Carducci! Carlo Marx, Beethoven ed Enrico Ibsen erano soprattutto, dal punto di vista ottico, fastose eruzioni di setole. Ma oggi c'è gente convinta, purtroppo, che basti assomigliare al leone della «Metro» per essere automaticamente assunti nel Cielo dell'Intelligenza.
E poi le dirò: questa polemica sulla libertà del capello, m'annoia. Ho il sospetto che come molte altre a sfondo squisitamente «culturale», non sia che una bolla. E purtroppo, a giudicare dall'aspetto dei protagonisti, nemmeno di sapone.
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«... A. A. A. A. Affarone. Affitterei Vittoriale, vista/ago,
pentacamere, inanonimi. La prego: potrebbe pubblicare?»
(Gabriele d'Annunzio - Pescara).
Di solito no. Ma per lei farò uno strappo. È un d’Annunzio Economico.
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