Abito al pianoterra
#398536 / vista 1514 vecesAbito a piano terra
(by Franco Ruinetti)
Da “FighilleArte: 2022 blogger
Martedì 18 Gennaio 2022
ABITO A PIANO TERRA
Abito a piano terra, con qualche metro di scoperto davanti alla cucina, che è la stanza più vissuta, la cui finestra dà sulla strada.
Il gatto è contento, vive dentro e fuori casa. Fa le buche nell'aiuola per le sue necessità corporali, così estirpa i bulbi dei fiori, quindi, stoicamente, fa orecchie da mercante quando mia moglie brontola.
Anche io, con il tempo bello, vado fuori, mi metto seduto, leggo all'ombra della mimosa, che è diventata alta quanto la casa.
Però l'appartamento a livello della strada ha anche il rovescio della medaglia. Comporta degli svantaggi. Il traffico, pur se relativo, fa dei rumori e solleva la polvere che non si vede arrivare. Si vede sui mobili. E noi siamo in vetrina, Capita che, delle volte, le persone ci facciano cenni e che entrino dentro con gli occhi.
'No Chiami'
E' venuto tutti i lunedì dell'estate, puntuale alle 2 del pomeriggio, mentre sono abbandonato in una seggiola da regista, all'ombra, davanti all'uscio di casa. E' nero, capelli crespi, dentatura forte, perfetta, sembra abbia la neve in bocca. Non so il suo nome. Quando glielo chiesi rispose:
“Io 'No Chiami'”
Ho capito che lavora di notte in una discoteca, ma non so con quale mansione, mentre di giorno s'arrangia.
Ogni volta si è ripetuto lo stesso copione dopo che questo ospite, non invitato, si è seduto su uno sgabello.
“Tu dare soldi”.
“Lo sai che non te li do.”
Gli procuro qualcosa da mangiare, ora una banana, ora un panino con mezza tavoletta di cioccolata e così via.
“Tu dare coca-cola.”
Non ce l'ho, allora gli verso mezzo bicchiere di vino, che ingozza d'un fiato.
“Non buono, non torno più da te.”
Invece 'No Chiami' torna fino alla fine dell'estate, quando, con i soldi racimolati, vola verso il sole dell'Africa da sua moglie che è 'giovane, bella e tutta grassa'.
Quei due
Inconfondibili, vanno in coppia, si fermano al mio cancello, suonano, salutano agitando la destra in sincronia. Vestono in nero, con distinzione. Da dietro i vetri della finestra dico no con l'indice. Insistono. Allora mi sporgo e dico loro di non perdere tempo perché io non cambio religione. Al che il signore anziano ride:
“Lei sbaglia, Non siamo Testimoni di Geova.”
Lo smilzo dice no col capo. Allora esco, li saluto.
“Ma voi che volete?”
“Siamo del mercato libero luce e gas, le facciamo un contratto vantaggioso, siamo questi.” (Indica un cartellino pinzato sul risvolto della giacca.)
“Avete la targa come le macchine, ma solo davanti.”
Lo smilzo sorride a denti stretti. Il suo collega parla, parla, fa un comizio. Le parole mi transitano nella mente. Non si fermano. Vedo il campo dei miracoli di Collodi. Infine mi danno dei fogli. Prometto che li chiamerò.
Mi chiedono se di sopra c'è qualcuno in casa. Rispondo:
“Penso di sì.”
Poi mi salutano agitando le destre in sincronia. Guardano la rampa della scala esterna. Se ne vanno affiancati a passo stanco.
Il piano terra è più a portata di mano.
Altri incontri
Se non lo guardo non si ferma. Passa e ripassa tante volte in bicicletta perché vicino a me abitava una ragazza per la quale perse la testa. E' Marco, ormai sui quaranta. Dicono che al liceo fosse tra i più bravi. L'amore gli dette una botta in testa che l'ha stordito per sempre. D'improvviso frena, mette il piede a terra davanti al numero civico 5 poi riparte.
Quella volta, mentre verniciavo la cancellata, l'ho guardato. Allora si fermò, scese dalla bicicletta:
“Sai chi sono io?”
“Chi sei?”
“Il figlio del cielo.”
Si tolse gli occhiali e spalancò gli occhi. Erano celesti come il cielo sereno di una fresca mattina di primavera.
Un miracolo
Tra i molti visitatori ce n'è uno che non posso dimenticare. Lo vidi venire alla mia volta mentre spazzavo davanti alla casa. Era biondo e ricciolo, indossava un camicione bianco libero, cioè senza la cintola, che non lo modellava, lungo fin quasi alle calcagna, calzava i sandali senza le calze. Era vistosamente zoppo. Dimostrava di avere una gamba più corta. Ma chi era? Forse era un angelo adulto o un mezzo frate camaldolese.
Si fermò alla cancellata:
“Buongiorno fratello, ti porto un regalo.”
Guardandolo ero a disagio perché le sue palpebre ballavano, avevano uno strano tremolio.
Frugò in una borsa di stoffa nera e tirò fuori un libro che mi fece vedere in movimento perché gli ballava anche la mano.
“E' un libro per la beatitudine del corpo e dell'anima. Costa 25 €, ma te lo do a 10, così il regalo è di 15 € e oltretutto fai un'opera buona.”
Quegli occhi mi mettevano in soggezione. Gli detti i soldi e presi il libro con la convinzione che fosse pieno di santi e di preghiere.
Mi disse:
“Grazie fratello.”
Poi se ne andò veloce agitando il gonnellone.
Miracolo! Non era più zoppo.
Quindi aprii il libro e comparve, su carta patinata, a colori, in un piatto di portata, un bel cotechino, affettato per metà, su un letto di lenticchie.
Franco Ruinetti
Illustrazione di Enzo Maneglia Man
Medios & Cultura » Internet Multimedia Literatura Sociedad Tradiciones Tiempo de Ocio Estilo de Vida Vacaciones & Viajes Histórico Arte & Museos
raccontistoriediaribyfrancoruinettiillustrazionienzomangliamanfighilleartepiccolomuseodifighilleita
comentarios (1)
Member
Kestutis, on 31 31+00:00 January 31+00:00 2022 reportar contestar applause 0